La storia
Con i suoi oltre 100 anni di storia, le sue ricche sale affrescate e le sue prestigiose collezioni, Il Museo Civico di Siena testimonia la singolare evoluzione della storia e dell'arte senese dagli inizi del XIV secolo ai giorni nostri.
Dal Palazzo al Museo
Legato da sempre alle funzioni di governo della città, che in parte mantiene ancora oggi, il Palazzo Pubblico di Siena con il Museo Civico e la Torre del Mangia rappresenta un organismo dai complessi equilibri, che armonizza la propria valenza identitaria con le istanze dettate dalla sua parziale riconversione museale. Con le sue maestose sale decorate, il Palazzo non ha mai cessato nel tempo di destare l'interesse di un pubblico selezionato, sebbene ancora fino alla fine dell'Ottocento i suoi spazi più rappresentativi fossero occupati da uffici politici e amministrativi. Il decisivo impulso per l'apertura permanente ai visitatori degli ambienti del primo e del secondo piano fu dato dalla grande Mostra dell'Antica Arte Senese del 1904, che con il suo vasto riscontro di visitatori aprì un ampio dibattito all'interno dell'opinione pubblica cittadina, rivelando come i tempi fossero ormai maturi per un complessivo ripensamento della destinazione del palazzo.
Solo due anni dopo la conclusione dell'importante rassegna fu posto allo studio un primo progetto volto all'implementazione delle collezioni al cui ordinamento fu deputata una apposita commissione. Fu questo il primo atto pubblico per l'istituzione del museo, le cui sale monumentali risultarono aperte al pubblico dal 1° ottobre 1907.
Il Museo nella prima metà del Novecento
Fin dagli esordi della sua vicenda costitutiva il Museo Civico ha dovuto confrontarsi con la delicata coesistenza tra gli ambienti monumentali del palazzo, pregni di valenze e testimonianze artistiche, espressione della storia e della politica cittadine, e la concezione di retaggio ancora ottocentesco di collettore di simboli e testimonianze della civiltà e della cultura senesi propria della sua nuova destinazione, come emerge dal primo eterogeneo progetto presentato nel giugno 1909. A partire dalla fine del primo ventennio del Novecento su impulso del Podestà di Siena Fabio Bargagli Petrucci, colto storico e promotore delle arti, prese avvio un più complessivo programma di implementazione e ordinamento delle collezioni, inaugurate con un rinnovato allestimento il 28 ottobre 1931. Furono concepiti in questo periodo il 'Museo Topografico' e l'ampia sezione numismatica, la cui catalogazione e progressiva esposizione, condotta grazie al direttore Fabio Iacometti, fu terminata solo alle soglie degli anni sessanta del Novecento.
La storia recente
Nel corso del tempo il patrimonio museale si è arricchito, non solo tramite lasciti e donazioni, ma anche in virtù degli eventi storici che hanno interessato la penisola e delle trasformazioni politiche e culturali che ne hanno modificato il contesto sociale e istituzionale. Una delle più rilevanti per la costruzione e implementazione delle collezioni del museo, è rappresentata dalla soppressione degli ordini religiosi e delle confraternite minori con i decreti pre e post unitari e, in tempi più recenti, dall'estinzione di alcune delle Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza, che hanno determinato la progressiva trasformazione del Palazzo Pubblico in una sorta di grande deposito di beni culturali. La tutela di questo complesso ed eterogeneo corpus di opere d'arte, è stata la linea guida che ha improntato la più recente modifica all'assetto espositivo delle collezioni del Museo, portando nel 1985 all'allestimento nelle quattro sale intorno al cortile del Podestà, in precedenza occupate dalle collezioni numismatiche, di una ricca e composita quadreria, il cui ordinamento è stato affidato all'Università degli Studi di Siena e curato dal professor Fabio Bisogni e dal dottor Marco Ciampolini. A partire dal 2017 il progetto espositivo della quadreria è stato oggetto di un intervento di revisione museografica al fine di migliorarne la fruibilità . Le linee guida che hanno improntato il nuovo allestimento denominato Galleria Civica, inaugurato nel dicembtre del 2024, hanno perseguito un duplice orientamento: quello volto a ricostituire il legame degli ambienti con il Palazzo liberandoli dalle superfetazioni allestitive per riportarle all'integrità di lettura delle partiture architettoniche e quelle di carattere storico artistico finalizzato alla realizzazione di un percorso narrativo nella consapevolezza che edificio, spazi, allestimenti, opere e collezioni debbano costituire un dialogo e un rimando continuo di significati.
Il primo passo di questo percorso in direzione del nuovo allestimento è stato costituito dalla rimozione della pannellatura a parete e dal conseguente stamponamento delle trifore.
Contestualmente è stato dato avvio ad un percorso di studio, analisi e approfondimento dell'iter costitutivo del Museo e dello stratificarsi delle sue collezioni e raccolte che ha portato ad un progetto che muove dal superamento dalla convinzione invalsa di una loro alienità rispetto alle opere connaturate al palazzo, ma le pone in rapporto dialettico con esse nella convinzione che il museo, oggi, sia innanzi tutto una struttura che deve comunicare i valori del patrimonio nel rispetto della propria storia. Una storia di cui le collezioni e le raccolte costituiscono parte integrante e non accessoria.
Nel solco del progetto museologico elaborato nel 1985 da Fabio Bisogni e Marco Ciampolini, per l'attuale galleria del Museo Civico è stato ideato un percorso ordinato cronologicamente complementare a quello delle sale monumentali e con esso dialogante, che riunendo in un unico itinerario 44 opere di proprietà comunale selezionate sulla base di un criterio qualitativo, consente di ripercorrere le tappe fondamentali dell'arte senese dal primo Trecento al tardo Seicento.