Gli ambienti al livello del Campo
Il piano del Palazzo Pubblico posto al livello del Campo è occupato dal Cortile del Podestà, che si apre sulla piazza a lato della Cappella del Campo e da cui si accede all'ingresso al Museo Civico, della Torre del Mangia e del teatro settecentesco dei Rinnovati, e dalla Sala delle Lupe su cui si affacciano ancora oggi gli uffici degli organi politici e istituzionali del Comune di Siena.
IL CORTILE DEL PODESTÀ
Familiarmente chiamato “Entrone”, questo ampio atrio in stile trecentesco riveste un ruolo altamente simbolico per i senesi in quanto è al suo interno che, in occasione del Palio, la principale festa citttadina, i cavalli attendono di essere assegnati alle contrade ed è sempre da qui che escono il giorno della carriera per affrontare la competizione nella piazza antistante. Il cortile, sito nell'ala del Podestà, è contraddistinto da una pianta quasi perfettamente rettangolare ed è circondato da un porticato limitato da pilastri ottagonali in laterizio che sorreggono archi a tutto sesto e formano una serie di campate a pianta quadrata, coperte ciascuna da una volta a crociera priva dei costoloni. La sua attuale conformazione è stata recuperata grazie ai restauri condotti tra il 1929 e il 1930. Prima di queste date, infatti, il porticato perimetrale che circonda la corte aperta risultava tamponato da pareti e suddiviso anche in altezza in vari locali, che fino al XVIII secolo avevano ospitato alcune magistrature civiche, per divenire successivamente sede di uffici e magazzini. Le antiche descrizioni degli eruditi locali illustrano come attorno al cortile fossero collocati sedili in travertino utilizzati per le pubbliche udienze dal Podestà, dal Capitano di Giustizia e dal Giudice delle Appellagioni. A memoria di questa sua antica funzione, lungo le pareti si trovano ancora oggi numerosi stemmi e iscrizioni relative in prevalenza ai Capitani di giustizia che vi hanno esercitato le proprie funzioni tra il XV e il XVII secolo.
LA SALA DELLE LUPE E GLI SPAZI POLITICI
La sala, che trae la propria denominazione dai due doccioni zoomorfi provenienti della facciata del Palazzo ed attualmente conservati al suo interno, è uno degli ambienti più ampi dell'intero edificio. Pur non essendosi conservate notizie precise circa le sue fasi costruttive in relazione a quelle più generali del palazzo, è tuttavia opinione comune che costituisse in origine il cortile d'accesso, ora non più esistente, all'ala dei Nove. Più volte rimaneggiato nel corso dei secoli nella struttura e nella distribuzione degli spazi, questo spazio assume il suo aspetto attuale solo nel primo quarto del Novecento quando ne è eseguito un radicale restauro in stile neo-medievale. Monumentale atrio d'ingresso agli uffici pubblici, la sala si presenta allo stato attuale come un ampio vano voltato su cui si aprono una serie di ambienti esposti sia verso il Campo che verso la Piazza del mercato, che nel tempo hanno ospitato gli uffici della Gabella, della Biccherna, della Gabella generale e del Conservatori dello Stato di Siena. Al loro interno sono conservate notevoli testimonianze artistiche commissionate dai magistrati che nei secoli le hanno occupate. Tra esse particolarmente significative sono l'Incoronazione della Vergine iniziata nel 1444 da Domenico di Bartolo e completata da Sano di Pietro nel 1445-1446, la Madonna della Misericordia dipinta per la magistratura del Biado da Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta, attorno al 1453-57 e la Resurrezione di Cristo affrescata attorno al 1535 dal Sodoma. Ancora oggi queste sale sono sede delle attività degli organi politici della città e non sono pertanto accessibili al pubblico.
Il cortile el Podestà