Gli ambienti tra il piano nobile e il secondo piano
Ai locali, attualmente chiusi al pubblico che affacciano sul Cortile del Podestà, posti al piano ammezzato del palazzo, tra gli ambienti monumentali e la Loggia dei Nove, si accede dalla scala che raccorda il primo con il secondo piano.
Graffito nelle antiche carceri
Le antiche carceri
Profondamente modificati in occasione della riconversione ad uso espositivo effettuato nell'ambito dei lavori edilizi che interessarono l'intero edificio per la preparazione della Mostra dell'antica arte senese del 1904, questi spazi con copertura a travi, oggi costituiti da due saloni dalla pianta rettangolare fortemente allungata che si alternano ad altrattanti vani di dimensioni più contenute a pianta quadrata, erano anticamente adibiti a carceri particolari. Una descrizione del loro originario assetto è fornita nel 1789 dall'architetto e scenografo senese Agostino Fantastici, che, nell'indicarne la suddivisione, elenca tredici piccole celle dalle denominazioni particolarmente evocative. A testimonianza di questa loro originaria funzione rimane solo un piccolo vano, a cui si accede dalla seconda sala, ancora oggi denominato 'carcerino' che, risparmiato dai lavori strutturali eseguiti tra il 1903 e il 1904 a cura dell'Ufficio Tecnico del Comune di Siena, conserva inalterata la struttura di una cella e sulle cui pareti sono ancora visibili alcuni graffiti e disegni tracciati dai priginieri reclusi al suo interno, tra cui uno particolarmente interessante in cui è rappresentata una piantina del cortile del Podestà ed un alzato della Torre del Mangia. A partire dal 1904 questi locali ospitano una gipsoteca dove sono raccolti molti calchi in gesso di opere di Jacopo della Quercia ed i modelli originali, sempre in gesso, dello scultore senese Patrizio Fracassi (1875-1903)