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Sala 2

Nella sala sono esposti alcuni affreschi e disegni preparatori distaccati dal muro che costituivano l’apparato decorativo cinquecentesco della Cappella del Campo.

Veduta della seconda sala della Galleria civica

La decorazione cinquecentesca della Cappella del Campo

L'edificazione della cappella ebbe inizio nel 1352, ma i lavori furono sospesi nel 1379 all’altezza dei capitelli su cui si imposta il grande arco, per poi riprendere ed essere portati a termine solo nel XV secolo. Nel 1460 il loro compimento fu affidato allo scultore-architetto senese Antonio Federighi, che li concluse un decennio dopo.
Fin dall’origine, sopra l’altare, doveva essere dipinta un’immagine sacra che tuttavia già nel primo Cinquecento versava in cattive condizioni e che le magistrature cittadine espressero il proposito di rinnovare.
A tal fine, nel marzo 1537 il Concistoro commissionò a Giovanni Antonio Bazzi detto 'Il Sodoma', pittore vercellese ma radicatosi a Siena,  un affresco da realizzare sopra l’altare della cappella raffigurante la Madonna col Bambino e i santi protettori della città con l’obbligo di portarlo a termine entro la festa dell’Assunta di quell’anno, ma i lavori non erano ancora conclusi agli inizi del 1538 quando l’artista abbandonò Siena per trasferirsi alla corte di Iacopo V d’Appiano, signore di Piombino. 
Nel gennaio dello stesso anno il Concistoro deliberò pesanti sanzioni contro il pittore che, rientrato in città, completò l’opera nel gennaio 1539.
Nel corso dei secoli successivi, l'affresco, a causa della lunga esposizione all’aperto, è andato sempre più deteriorandosi e, dopo essere stato sottoposto a molteplici restauri, nel 1950 è stato distaccato dal muro. Ciò che resta dell'originale è stato attualmente trasferito presso il Santa Maria della Scala. L’operazione di strappo ha permesso anche il recupero del disegno preparatorio a carboncino, realizzato in parte sull’arriccio e in parte sulla muratura in laterizio, e del coronamento con il Dio Padre benedicente. 
La decorazione della cappella fu completata successivamente da due immagini di santi affrescati ai lati della nicchia principale. Alla destra dell'opera del Sodoma fu aggiunta la figura di San Sebastiano di cui sono stati recuperati sia l'originale che il disegno preparatorio qui esposti. L'opera, riferita dal Pecci a Michelangelo Anselmi, e più recentemente al pittore Giovan Paolo Pisani o allo stesso Sodoma, a causa delle precarie condizioni conservative, non consente tuttavia di un'attribuzione certa. Alla sinistra, come documentato dalle fotografie d'epoca, era raffigurato San Bernardino, oggi perduto.

Orario di ingresso
Il museo è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00
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